mercoledì 28 settembre 2011

Arisa, sei il mio incubo! (ovvero post inutile tra una sfilata e l'altra)

Dopo la fobia dei ragni e dopo la paura incontrollabile per i clown, il mio terzo incubo è Arisa, si proprio lei, quella simpatica e tenera cantante italiana dalla voce altisonante. Niente di personale cara Arisa, ma da quando la tua Sinceritààà ha esordito a Sanremo la mia vita sociale ha conosciuto risvolti spiacevoli. Il nodo della questione è: in molti sostengono che io assomigli a lei. Questa storia va avanti da anni, dalla prima apparizione televisiva della cantante e da quel momento non ho più conosciuto pace. Il fatto ancora più spiacevole è che a sostenere questa ipotesi non sono soltanto amici e conoscenti, ma (e soprattutto) dei veri sconosciuti! Per le vie di Bologna, per le strade del mio paese, il venerdì sera al Covo (locale indie bolognese ndr), durante il mio turno di lavoro, ... ovunque e in qualunque momento c'è sempre un cogl**** che mi urla in faccia "Oh Arisaaa" o il più gettonato "Sinceritààààhahahah..", o che mi ferma chiedendomi scherzosamente (già che simpatia!) "Ma sei la cantante Arisa?", e tanti tanti altri casi simili. La cosa assurda è che spesso questa gag viene anche usata come vincente tattica di approccio-rimorchio: a te che mi urli "Arisaaa... Sinceritààà..." solo per farti notare e magari passare (nella tua testa) da gran burlone latin lover.. perché dovrei dartela?? Lunghe storie di maschi stupidi. Tornando a noi, ammetto che il caso ha voluto che quando è esploso il boom Arisa la sottoscritta aveva: caschetto frangia-munito castano scuro + occhiali montatura nera (che ho tuttora) + viso rotondo e carnagione pallida (che ho tuttora) + onnipresente rossetto rosso (che ho tuttora).  Ovvero i segni caratteristici che hanno reso riconoscibile e popolare la cantante. Tratti somatici a parte (ma credetemi non assomiglio affatto a lei), quel che mi ha più sorpreso di questa faccenda è che io non mi vesto come Arisa. Anch'io ho attraversato il difficile periodo "uuh mi vesto vintage, sono retrò, mi vesto come una vecchia", ma questo è stato molti molti anni fa, quando avevo appena scoperto i banchi dell'usato del mercato del mio paese e quando abbinavo senza criterio gonne a vita alta + maglioncini + foulard con cani stampati + scarpe tacco 2cm, pensando di essere figa e anticonformista, e soprattutto molto prima che si sentisse parlare di Arisa. Da qualche anno a questa parte quella vecchia me è scomparsa (stilisticamente parlando) e quindi il paragone con la cantante è davvero impossibile! Tutti voi ben conoscete il suo look-simbolo, ovvero:


E' vero, ultimamente il suo look è diventato più giovanile e sbarazzino, a momenti addirittura "rock", ma nell'immaginario comune lei resterà sempre così. Fissatevi bene in testa le sue foto. Adesso passiamo ai miei look standard e ditemi se posso vagamente ricordare Arisa. Cioè, riuscite ad immaginarla vestita così??



Ovviamente no. E con questa carrellata di foto spero di aver eliminato per sempre ogni minima possibilità di paragone tra me e Arisa. Vi informo anche che un'altra mia sosia celebre è la stravagante Lady Gaga, ma questo sarà un altro post...


C.




* Ci tengo a dire che non fumo! La sigaretta nella foto n°2 era lì solo per "darmi un tono" per lo scatto.

martedì 27 settembre 2011

Grazie Antonio!

In ogni mercato rionale che si rispetti c'è sempre un banchetto che vende abbigliamento dedicato alle signore over 75. No, non quelle benestanti e di classe che comprano solo cachemire, parlo delle nonnine con la "pezzola" in testa che si vestono solo in base alla comodità e alla convenienza economica, quelle che con qualsiasi stagione indossano solo vestagliette di cotone (o spesso acrilicaccio...) stampate con fantasie floreali di tutti i tipi o, in alternativa, piccoli disegni geometrici. Di solito questi capi hanno una lunghezza ammazzaeleganza a metà tra il ginocchio e la caviglia e sono senza maniche, hanno un laccetto da annodare intorno alla vita e donano a chiunque un'inconfondibile aria da gattara, specialmente se abbinate ad un paio di ciabatte dalla suola un po' consumata e ad un grembiule. Se proprio vogliamo trovar loro un lato positivo, diciamo che sono i "wrap dress delle casalinghe di paese".
Ebbene confesso, io le adoro! Sono terribilmente attratta dai fiorellini e dall'essenzialità delle forme, dal tocco un po' retrò e poi l'aria "casalinga" le rende così simpatiche e accoglienti! (sarà che mia nonna le ha sempre indossate e mi riportano ai ricordi d'infanzia...)
Purtroppo però tutto quello che ho scritto all'inizio è inconfutabile: messe addosso ad una over 70 possono anche trovare un loro perchè, messe addosso ad una ventenne la uccidono esteticamente e socialmente. Ecco perchè, mio malgrado, mi sono sempre tenuta alla larga dai suddetti banchetti del mercato, ogni tanto mi rendo conto anche da sola che la mia passione per il vintage sfocia nell'acquisto di capi pacchiani da vecchia signora. Anzi, da vecchia e basta. Dunque, onde evitare di sembrare mia nonna o la mia vicina di casa mentre fa le pulizie non ho mai osato indossare una vestaglietta. Fino a che, qualche giorno fa sfogliando le foto delle ultime sfilate noto uno strano trend nella collezione di Antonio Marras...

Si si, sono tagliate, decorate, modernizzate, "affinate" ma sono loro: le vestagliette della nonna!!!
Finalmente sono state sdoganate con un tocco di femminilità GIOVANILE! Guardate come le modelle camminano piene di sicurezza nella loro sensualità ed eleganza, senza pensare minimamente al Quasar vetri o a gli gnocchi in pentola!
Adesso potrò indossarle senza più il timore di sembrare la sora Lella!
Grazie Antonio!

foto Style.it


V.

domenica 25 settembre 2011

Mary Katrantzou ss 2012


Avevo già parlato della giovane stilista Mary Katrantzou qui, in occasione delle sfilate spring/summer 2011. Aihmè i tempi in cui ammiravo con meraviglia e stupore le creazioni di questa designer sono ben lontani, e per questa stagione devo ammettere che la sua collezione mi ha abbastanza delusa.  
Ancora una volta i capi si strutturano interamente su grafiche ad effetto, tratto distintivo che l'ha resa celebre, presentandoci una Katrantzou incapace di maturare altre idee valide, ma che al contrario ripropone ad oltranza la sua carta vincente. 
Purtroppo la formula non convince più: oltre a stampe iper colorate, eccentriche e spesso pacchiane, la designer non offre nient'altro, creando abiti prevedibili e che colpiscono come un pugno in un occhio. Peccato.


Anche uno dei mie blog preferiti, Moda in Segni (che consiglio a tutti di leggere e seguire) ha avuto il mio stesso pensiero di fronte a questa collezione. La sua recensione esprime alla perfezione quello che avevo in mente:

" ... La Katrantzou è così, una botta al cerchio e una alla botte, ed una nuova collezione è nata. La stampa trompe l'oeil, segno distintivo della giovane designer, è tutta li, ridisegna i confini della tridimensionalità con colori accesi che vanno dal blu al giallo, passando per il rosso ed il celeste cielo, in un lampeggiare di colori nebulosi e fantastici, di sfondi floreali e marini, adatti per il remake ittico di un famoso classico di Charles Lutwidge Dodgson: "alici" nel paese delle meraviglie. Tutto nasce e muore nella stampa, le proporzioni dei capi rimangono accademiche e non hanno respiro, non spiccano il volo. Gli accessori: non ne parliamo. E' il rischio di chi punta troppo sull'effetto visuale della stampa. Un cane che si morde la coda (parallelo il caso di Erdem) costretto a ripetersi continuamente e a riproporre costantemente le soluzioni che lo hanno portato al successo. Triste. "


Concordo.




Cecilia

giovedì 22 settembre 2011

Italians do it better!

N°21 ss 2012

Francesco Scognamiglio ss 2012

Le collezioni di Alessandro Dell'Acqua per N°21 e di Francesco Scognamiglio direttamente dalla Fashion Week milanese. Bellissime, hanno fatto breccia nel mio cuore, entrando nella mia personale lista dei migliori show della stagione. In entrambi i casi la parola chiave sembra essere "femminilità", tradotta in varie sfumature: se Scognamiglio predilige un'eleganza severa (vedi scarpe bondage) e di matrice dark (vedi l'abbondanza di pizzo, tessuto retato e la prevalenza del colore nero), senza disdegnare abiti impalpabili e tailleurs dal gusto retrò, la collezione N°21 strizza l'occhio ad uno stile borghese vagamente mannish, impreziosito da stampe e paillettes, tutto nel rispetto di un minimalismo impeccabile. 
WIN.


E' dalla scorsa stagione che vedo la modella Caterina Ravaglia ovunque! Classe '94, questa modella italiana sta facendo il giro delle migliori sfilate delle settimane della moda ed è entrata a pieno titolo nei nuovi volti più interessanti. 




C.

martedì 20 settembre 2011

Ethel Granger




La cover del numero di settembre di Vogue Italia è dedicata a Ethel Granger (1905 - 1982), personaggio noto per aver modificato il suo corpo, costringendo il suo girovita in strettissimi corsetti, fino ad arrivare ad una larghezza di 33cm (traguardo che le fece aggiudicare il record). Una scelta estrema spinta dall'amore (il marito la voleva così) e dal gusto stilistico audace della Granger, la quale, non soddisfatta, aggiunse al suo corpo un gran numero di piercing, atto non poco scandaloso per gli anni Cinquanta.
Sempre a lei si ispira l'editoriale di Steven Meisel all'interno della rivista, in cui vediamo una bravissima Stella Tennant indossare i panni di Ethel Granger: abiti di Fendi, Alberta Ferretti, Bottega Veneta, tailleur di Nina Ricci e Céline si susseguono negli scatti in bianco e nero, tutti rigorosamente fasciati da austeri corsetti vagamente fetish-chic. Bellissimi i piercing e gli orecchini di tutto il servizio.
Tanto per ribadire il concetto:



C.

lunedì 19 settembre 2011

Saint Laurent Rive Gauche dress






Abito vintage Saint Laurent Rive Gauche Paris!
Maniche a sbuffo molto ampie, scollo quadrato (anche sulla schiena), modello longuette e mini elastico in vita. 
L'etichetta dice Taglia 38, ma visto che alla sottoscritta l'abito sta un po' grande (mettiamo in conto che non ho seno, ho la vita stretta e sono alta 1,60), penso che si possa considerare una 42 abbondante/44.
100% cotone, made in France.
Mai indossato!

50 euro.

C.

*Grazie mille a M. per le foto! (e la pazienza).

mercoledì 14 settembre 2011

FARE LA FASHION BLOGGER A MILANO X VFNO

Per la nostra carissima amica V., che ha compiuto ben 25 anni e che fra meno di un mese parte per l'estero e au revoir a tutti, che cosa potevamo regalarle?Dopo lungo pensare, io e M. siamo giunte alla conclusione che un'intera giornata di shopping folle, chiacchiere frivole, gossip e serata mondana in quel di Milano poteva essere un ottimo regalo e una buona alternativa per passare del tempo insieme. 
Tutto deciso. 
All'insaputa della ignara V. abbiamo prenotato/comprato i biglietti del treno e organizzato l'alloggio per la sera. E come se non bastasse, proprio nel giorno stabilito c'era la Vogue Fashion Night Out 2011, evento mondano organizzato dalla rivista. Non potevamo chiedere di meglio. Niente poteva rovinare questa giornata, ma non avevamo calcolato il fattore X, ovvero il Fato, le coincidenze cosmiche che si abbattono irrimediabilmente su noi poveri mortali... Ebbene, alla vigilia della "Giornata Milanese per V." proprio la signorina V. si è beccata una febbre con i fiocchi. 
Tragedia. Disastro. Gran sfiga.
Messo il cuore in pace e rassegnate all'ingiusta sorte, a me e a M. non restava che decidere una sola cosa: partire o non partire? Il dubbio era amletico, ma con i biglietti in mano e la testa già in Via Monte Napoleone, dopo lunghi tormenti, alla fine abbiamo deciso di andare comunque a Milano.

Arrivo in stazione alle ore 10:e qualcosa. Scarpe comode, abiti comodi e borsoni giganti che hanno accompagnato tutta la nostra mattinata. La giornata è trascorsa piacevolmente, saltando di negozio in negozio, sbavando di fronte a vetrine da capogiro, e finendo perfino in una galleria buia e desolata che accoglieva le impronte delle mani di molto vip premiati con il Telegatto (si proprio la brutta copia della Walk of Fame). 
Dopo tanto camminare, negozi, avvistamenti vip (Nina Moric tamarra con macchinone e musica tunz tunz tunz a tutto volume) e la fuga dall'ennesimo venditore ambulante che voleva rifilarmi un bracciale dell'amore (perchè??), breve pit stop a casa per prepararsi in vista della serata. Finito il trucco&parrucco, abbiamo raggiunto una nostra amica, nonchè fotografa della serata, e poi viiia verso la Vogue Night! 

Gli eventi erano davvero tanti: dalle ore 19:00 fino alle 23:30 un susseguirsi di aperitivi, dj sets e incontri con volti noti (Carla Gozzi che dava consigli di style e Scamarcio). Moltissime boutiques hanno offerto drink e stuzzichini a tutti i curiosi, spesso regalando gadgets. Purtroppo abbiamo visto meno della metà degli appuntamenti che avevamo segnato in agenda, a causa della fiumana di gente accorsa all'evento. Davvero tante, troppe persone, a momenti era quasi impossibile muoversi, per non parlare della ressa incontrollabile al bancone dei cocktails... senza parole. 
Quindi non abbiamo avuto il piacere di vedere il bel Scamarcio, non siamo riuscite ad incontrare Carla Gozzi, non siamo arrivate in tempo al dj set dei Royksopp da Patrizia Pepe e, soprattutto, non abbiamo avuto l'onore di vedere Chiara Ferragni. Eh già, noi ci abbiamo provato, la volontà c'era, ma Pennyblack era talmente affollato e invaso da fan in delirio che siamo riuscite a intravedere solo una chioma bionda in lontananza. Non dormo la notte per questo incontro mancato. In compenso, abbiamo partecipato al dj set di Alice Dellal, la modella inglese nota per la sua half-shaved head e la sua attitudine punk.                      
                        
PARENTESI: Ma lei è ancora fidanzata con il modello Ross Tanner?


BELLI BELLI BELLI. Per moltissimo tempo ho pensato che lui fosse Frank Carter, l'ex cantante dei Gallows, band hardcore inglese. Beh dovete ammettere che la somiglianza c'è. 


Tornando alla nostra giornata a Milano, la serata da vere fashion victims si è conclusa con piedi gonfi e doloranti, occhiaie e tanta tanta stanchezza. Abbiamo toccato il letto alle 2 passate, consapevoli di avere il treno alle 6:10. Indovinate a che ore ci siamo alzate? Alle 6. Treno perso, of course...

Dimenticavo: Potevano mancare delle foto da vere féscion blogger? Ovviamente no.


Immancabile foto davanti al Duomo, da vera blogger

Rischiare di essere cacciate fuori da Moschino.


Long sheer skirt: American Apparel
Silk shirt: second-hand.
Shoes: street market.
Bag: Zara.



Insieme a M.!


Cecilia
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