sabato 28 aprile 2012

Dio benedica l'iPhone

Post di una banalità disarmante, ma dovete perdonarmi e capirmi. Ho appena scoperto che esiste un'applicazione per iPhone di Blogger che permettere di creare e postare post direttamente dal proprio apparecchio Apple. Dunque ogni scusa è buona per testate immediatamente questa nuova, e a mio avviso utilissima, App.
Anche questo weekend, a causa del ponte del 1'Maggio, son dovuta tornare al paese natale (provincia di Livorno) per lavorare. Per chi non lo sapesse, da Giugno a Settembre lavoro presso l'azienda di famiglia come edicolante dalla mattina alla sera, per poi entrere nel ruolo di cameriera al ristorante. Tutta vita insomma. Quindi questo fine settimana sono tornata a casa per dare una mano in vista dei giorni di festa (alla fine fallimentari a causa del maltempo, che sfiga).
Adesso però, grazie al mio fedele iPhone, non dovrete più temere le mie lunghe assenze, nemmeno quelle estive, perchè sarò in grandi di aggiornare comunque il blog! I post seri li risparmio per quando sarò di nuovo davanti al computer, ma dall'apparecchio mobile, che uso nei momenti di calma piatta e noia infinita durante il luuungo turno in edicola, posso solo scrivere del più e del meno, news flash generali, e magari tenersi aggiornati su ciò che conosco meglio stando in questa postazione: i gossip italiani.
Lo scandalo più controverso e chiacchierato della settimana è senza ombra di dubbio quello che vede, per l'ennesima volta, Belen sfascia amori che ruba l'amato Stefano, ballerino di Amici, alla cantante Emma Marrone. Tutti, ma proprio tutti i settimanali italiani hanno in copertina la nuova love story del momento, fatta di tradimento, lacrime amare e foto rubate. Nonché audience alle stelle per la trasmissione di Maria de Filippi. Ma il Karma incombe e, dopo pochi giorni, ecco i due piccioncini protagonisti sfortunati di un incidente in moto. E senza farlo apposta, sapete a chi era intestato il veicolo? A Emma, of course.

Dipiu invece mi rallegra la giornata proponendo un'intervista a Mauro Repetto!! Ah, dopo anni di silenzio, ecco che il fu biondino ballerino degli 883 esce fuori allo scoperto. Ormai sposato da anni con due figli e cittadino parigino a tutti gli effetti, Repetto racconta del successo con Max, del suo fallimentare viaggio a New York, dove sperava di trovare l'amore (tra le braccia di Brandy, misteriosa donna che ha ispirato il suo unico album solista "Zucchero Filato Nero", che consiglio vivamente di ascoltare viste le perle canore e poetiche che regala) e il successo. Dopo aver toccato il fondo, decide di partire per Parigi dove trova, grazie alla mamma, lavoro presso Eurodisney come figurante (allora è tutto vero!! Non erano mere leggende!); adesso invece si occupa di marketing e dell'organizzazione eventi del parco. Ha messo la testa a posto Repetto, non è più il pazzo ragazzo biondo che accompagnava Max Pezzali ("non sapevo cantare nè ballare" dichiara lo stesso Repetto), adesso ha una famiglia, un lavoro e "gli anni in motorino sempre in due" sono storia ormai vecchia.

Non preoccupatevi, dal 2 maggio torno a Bologna e vedrò di scrivere post più interessanti, spero.

Per il momento buon Primo Maggio sotto l'acqua e attenzione al Karma!

C.

giovedì 26 aprile 2012

R.I.P. BORSONE ROSSO

Che tu possa vivere e gioire ancora a lungo, seppure senza di me. Ti auguro una vita ricca di avventure, lungo il viaggio sul treno delle Ferrovie dello Stato. Disperso e ormai irrecuperabile, spero tu possa trovare nido sicuro e calore umano presso un nuovo e caro amico.
Fedele compagno di viaggio, sei stato una spalla sicura in molte mie trasferte: la tratta Bologna-Livorno e viceversa macinata per anni insieme, Firenze, Milano, Londra e perfino Roma, io e te.
Eccoci insieme in una foto scattata qualche mese fa a Londra. Tu in ottima forma, colore smagliate, io un po' meno (ma devo ammettere il discreto stacco di coscia..).

Mi mancherete anche voi, abiti&Compagnia bella che, insieme al mio borsone, avete deciso di abbandonarmi.
Addio giacca nera di H&M, compagna di numerose mattinate di studio in biblioteca e di serate allegrotte
qui mentre ballo un pezzo trash anni '90 .

Addio gonna nera lunga, mio pezzo forte di questo autunno/inverno 2011-12, mi mancherai moltissimo, eri perfetta; e addio gonna nera asimmetrica comprata pochi mesi fa a Londra, indossata solo tre misere volte
qui mentre tento un high five con uno dei miei più cari amici, che non vedo da secoli - bomber, manchi! - : dopo molte prove, in questa foto siamo riusciti nell'impresa. Stavamo bene ed era Natale.

Addio decolletes nere con zeppa H&M, fidatissime amiche di tutti i giorni, indossate senza tregua dalla mattina... alla mattina dopo; e addio mocassini neri in cavallino, regalo della mamma, sig.
Addio abito nero in velluto, cortissimo e con gonna svolazzante, senza maniche e con colletto alto. Di te non ho foto, ma non potrò mai dimenticare il come mi facevi sentire appena uscita da una puntata di Nonèlarai. Come te nessuno mai

Addio body nero a maniche corte, indossato solo una volta, a Milano per l'appunto, e addio vestito nero di Ralph Lauren comprato all'usato, che mi facevi sempre sentire come Victoria nel film delle Spice Girl con il suo "the little Gucci dress"

qui indossato con massima eleganza e femminilità in occasione della mia festa di compleanno 2012 n°2. Notare la grazia con cui ballo un pezzo hip hop, con il reggiseno che timidamente fa capolino dal vestito e le ciabatte di Pluto, ciliegina sulla torta. Stavo bene.


Addio t-shirt a righe trasparente, anche tu trovata ad un banco dell'usato e subito adottata dalla famiglia
alla mostra fotografica che ogni anno organizziamo al bar/ristorante dove lavoro d'estate. Il collettivo artistico che raccoglie i vari talenti del mio paese si chiama L'Omino di Farro (le foto che vedete sono di due mie amiche di Livorno, mentre le polaroid appese a destra sono mie).

Addio mia adorata camicia floreale di chiffon, comprata per due soldi all'usato, tu mi mancherai più di ogni altra cosa: eri il mio cavallo di battaglia, il mio pezzo forte, la punta di diamante del mio guardaroba.


Addio maxi pochette nera in finta pelle, comodissima e perfetta per ogni occasione, e addio LoveBox della Durex, regalo azzeccatissimo da parte delle mie coinquiline (tutto qui)

Addio camicia crop, ultimissimo DIY della sottoscritta, eri entrata da poco nella mia vita ma già ti consideravo come una figlia; addio anche a te, pantalone nero a vita altissima, ritrovato in casa dopo anni e anni di indifferenza, appartenuto a mia sorella quando andava alle medie (adesso ha 33 anni, fate voi due calcoli).
qui insieme in un unico outfit.

E addio asciugamano sporco, mutande usate, calzini puzzolenti, calze e autoreggenti malconci. 
Addio numerosi free press collezionati avidamente in tre giorni selvaggi per le strade di Milano, inclusi gli abbondanti biglietti da visita dei negozi in cui sono entrata e di cui volevo parlarvi. E Dio solo da cos'altro che adesso mi sfugge. Mannàggia a me, mannàggia. 

E con questo post ho voluto commemorare il mio disperso borsone rosso, caduto in disgrazia dopo LA TRAGEDIA di lunedì pomeriggio. Cristo che giramento di scatole enorme. Non sono una che copra vestiti un giorno si e l'altro pure, e sono di gusti difficili, anche un po' esigente, per questi motivi tengo tantissimo ad ogni capo del mio armadio, poiché lo ritengo "unico" e scelto with love. Per non dimenticare, inoltre, che sono "solo una materialista, gelosa delle mie cose perché non ho nessuno a cui attaccarmi", come usava dirmi mia sorella anni fa. 
Rido per non piangere. Per un po' mi lamenterò vergognosamente per questa storia e i miei piagnistei sul fatto di "non avere niente da mettermi" saranno ancora più insopportabili. Giuro, un mesetto al massimo e poi non aprirò più l'argomento (credo). Giustificatemi, abbiate pietà di me, sopportatemi.
Vediamola così, ho fatto buon viso a cattiva sorte: un modo più che alternativo per rimpiazzare le solite "foto dei miei outfit".  
Altre foto di me al prossimo smarrimento bagaglio.

BORSONE ROSSO FOREVER IN MY HEART. 


C.

martedì 24 aprile 2012

Anch'io sono andata a Milano a fare la creativa intellettuale.

Ebbene si, anch'io questo weekend sono andata a fare la bella vita a Milano.
Un sacco di mostre ed esposizioni fotografiche da visitare + i vari eventi del Fuorisalone, che in realtà mi sono abbastanza persa. 

Avvisato il mio fedele aggancio a Milano (Mea), organizzato in tempo lampo un super programma del weekend e via verso la capitale lombarda.
Ansia maltempo onniprensente in me, ma tutto sommato il tempo è stato abbastanza clemente, diluvio universale di 30 minuti domenica pomeriggio a parte. Inoltre, ho i piedi definitivamente distrutti: penso di non aver mai patito così tanto dolore ai piedi in tutta la mia vita. Ma ne è valsa la pena, finalmente ho fatto la "turista" a Milano, girovagando random per la città e allontanandomi dalle ovvie mete che ho sempre visitato le volte scorse. 
Bando alle ciance.

Venerdì prima tappa (dopo un maxi cono gelato cioccolato al latte + biscotto + peanuts butter per pranzo) la mostra di Nobuyoshi Araki alla Galleria Zonca&Zonca. La location era molto piccola, intima, e purtroppo gli scatti esposti non era molti (anche se c'era un catalogo cartaceo con le stampe delle foto mancati da consultare, ma vabè, non è la stessa cosa...). Tuttavia soddisfatta: bell'atmosfera, bellissime le foto presenti, polaroid e non. 
Dopo mostra "Da Newton a LaChapelle" presso la Galleria Manzoni. Ora, con due nomi altisonanti come questi uno si aspetta chissà che evento, invece, varcata la porta, ci siamo ritrovate in un ovattato ufficio con sei/sette foto appese: Nurse Wolfe di Newton, un'opera tratta da Awakened di LaChapelle, uno scatto di Giacomelli e altri di Signorini. Fortuna che c'era una ricca serie di libri d'arte da poter sfogliare.  
Ed eccoci giunte al pezzo grosso della giornata, ovvero la mostra+performance di Marina Abramovic al PAC. Per un colpo di fortuna siamo entrate solo per la mostra con biglietto ridotto, ma ci siamo beccate anche la performance in diretta! Abbiamo osservato, studiato, spiato con degli appositi binocoli i partecipanti alla performance, che, per due ore consecutive, sono stati spogliati di ogni loro avere, vestiti con un camice bianco e isolati dal mondo esterno con delle cuffie; le assistenti guidavano i performers attraverso strutture in rame, sedie e letti in legno con grossi cristalli incastonati, il tutto sotto l'occhio vigile e indagatore di noi osservatori. 
Scritto così sembra una stronzata, ma vi posso assicurare che l'atmosfera che si crea è davvero suggestiva (assistenti che parlano tra di loro di cosa faranno la sera a parte): il tempo si ferma per entrambe le parti, per chi si trova immobile disteso su un letto e per chi non può fare a meno di osservare incuriosito, affascinato gli individui in camice bianco che popolano la sala. Per un attimo mi sono messa nei panni di uno di loro e ho avuto le vertigini al sol pensiero di essere "in mostra" inerme davanti a occhi pronti a carpire ogni tutto minimo movimento. Ansia. Un'esperienza da provare, credetemi. 
La mostra invece presentava alcuni video tratti dalla carriera artistica dell'Abramovic, un'intervista e uno spazio intero dedicato alla sua performance al Moma di New York
Grazie iPhone per avere una qualità di risoluzione pessima nel momento del bisogno

Ultima mostra lampo prima del ritorno alla casa-base: Louis Bourjac: Pigalle. Noto fotografo francese di moda, in questa esposizione troviamo gli scatti rubati alla vita frenetica di Pigalle, quartiere parigino, dalle prime ore del mattin alla vita mondana consumata fino al sorgere dell'alba. 

Arrivo a casa, il tempo di morire sul letto e far riposare i miei piedi, che già davano chiari segni di scompenso (maledette Dr.Martens), e di nuovo pronte e cariche a far serata. 
Ma ovviamente non avevamo capito una mazza della vita. 
Arrivare in zona Brera alle ore 23 circa durante il Fuorisalone non significa automaticamente trovare le strade ricolme di eventi e persone: abbiamo scoperto in ritardo e a nostre spese che qualunque cosa fosse aperta in zona aveva chiuso alle 22 massimo, olè. 
Con la coda tra le gambe ci siamo avviate verso una serata al Rock'n'Roll, ma, anche qui abbiamo sbagliato alla grande le indicazioni stradali, ritrovandoci dalla parte opposta all'una di notte. Dopo brevi calcoli logistici (un'ora per arrivare + un'ora per tornare + sveglia alle 6 per la mia amica che doveva andare a lavoro) alla fine abbiamo optato per tornare a casa, nuovamente con la coda fra le gambe. 

Sabato mattina, fresca come una tavoletta del water, mi sono data anima e corpo alla parte "fashion" del weekend, ovvero: doppio appuntamento con Maison Martin Margiela per il Fuorisalone! In primis, l'evento nella boutique della maison con la mostra-istallazione sulle quarantotto stagioni dei Tabi boots. 
(quando sono uscita dalla boutique ho trovato tre tardone spagnole che, urlando come galline, si facevano le foto con i maxi Tabi.)
( in alcuni scatti potete notare il mio viso smorto riflesso sullo specchio )

Il negozio è bellissimo, le pareti sono ricoperte da libri bianchi e si possono trovare anche capi storici del brand. Stavo per piangere davanti al body color carne e ai vari accessori. Per di più i commessi sono molto disponibili e cordiali, in barba alla mia ansia "boutiques/commessi boutique". Secondo step: Margiela ospite da 10 Corso Como:
“Artisanal” 8 pieces from the Spring/Summer 2012 Collection
Maison Martin Margiela reworks and reinterprets entirely by hand in the Maison’s Artisanal Atelier one of a kind vintage clothes, accessories and objects from around the world, giving them a new life in the pieces of the “Artisanal” Collection.


Adesso, parliamoci chiaro, per me era la prima volta che entravo da 10 Corso Como. Sono morta. Ho fatto la figura della tipica ragazzina di paese, un po' contadinella, che si trova davanti alla città. E sono morta. Ho pianto sangue. La boutique è fantastica e presenta la crème della crème delle migliori griffes e dei più interessanti designers in circolazione, nonché i miei preferiti. E non è finita qui: al piano superiore si trova la Galleria Carla Sozzani che ospita l'esposizione fotografica di Alice Springs, pseudonimo di June Newton, ovvero la moglie di Mister Newton, anch'essa talentuosa fotografa; e ancora un piccolo spazio dedicato a Issey Miyake e al suo ultimo visionario progetto 132.5 Collection, abiti-origami che si generano da strutture piatte geometriche, dando vita a vere architetture tridimensionali. 

entrambe queste boutiques, nota di merito anche per la selezione musicale all'interno: da Maison Martin Margiela, appena entrata taac,, con Mind Own Your Business delle Delta 5 e da 10 Corso Como gran pezzo di Morrissey. Ebbràvi. 

Giri su giri in solitaria per zona Brera, Castello Sforzesco e parco Sempione, Quadrilatero della moda, ecc.. ignorando i miei poveri piedi che imploravano pietà. Ritrovata la mia amica, siamo andate alla mostra AB Punk Positivo presso Photographia in via Lazio. Bellissima raccolta di immagini fotografiche (molte inedite) tratte dal panorama punk/rock dagli anni '60 ad oggi, con artisti come Clash, Sex Pistols, The Jam, David Bowie, Green Day, Elvis Costello and much more, immortalati da Sheila Rock, Janette Beckman, Ray Stevenson e altri.  
Di nuovo a casa, di nuovo collasso sul letto e poi pronte per la vita mondana, questa volta certe di andare sul sicuro puntando verso via Tortona: moltissimi negozi aperti per presentare creazioni e nuovi design (tra cui le borse fatte di zip e quelle fatte totalmente in plastica morbida eco-sostenibile), uno stand di silent disco, dj set un po' ovunque e fiumi di persone, soprattutto ingolfate sul ponte-ghetto. 
E mentre tutti si sbronzavano come dei maiali, noi abbiamo optato per California Bakery. Finita la baldoria generale e non sapendo cosa fare/dove andare ci siamo dirette a casa. Solo il giorno dopo scoprirò che la sera stessa c'era il party di Pig Magazine, mannàggia mannàggia. Poco male, mi sono consolata con la performance live in P.ta Ticinese del rapper Eban

Ahaha sono morta, queste situazioni da gangster rapper/stretstyllà le adoro! 

Domenica giornata di totale relax: sveglia alle 10, giri random in solitaria fino a sera, un salto da Frip, negozio fantastico che vende Acne, Henrik Vibskov e molti magazine di moda, nonché una propria linea d'abbigliamento per bambini Frippino (aha), e da Tiger, franchising danese, se non erro, di oggetti per la casa, snack, giochi, cartoleria, ecc... a prezzi bassissimi! Un negozio a metà strada tra l'Ikea e un 99 cent ben fornito. Il paese dei balocchi. 
Rinuncio ad andare a Lambrate per il pop up store di Cos in occasione del Salone del Mobile e in vista dell'apertura a Maggio di un proprio monomarca (non vedo l'ora!), ma scelgo invece di farmi 45 minuti di tram per salutare cari amici in P.ta Venezia.

Forse dobbiamo ancora lavorare sull'aspetto "vita notturna", ma è stato comunque un weekend splendido, mi sono divertita moltissimo (grazie mille in eterno Mea per ospitarmi ogni volta). 

Weekend perfetto se non fosse stato per il ritorno a Bologna: mezza addormentata, in trance e già con la mente a casa, sotto la doccia, una volta scesa dal treno a Bologna e fatti 20 minuti a piedi, la sottoscritta si è accorta di aver dimenticato IL BORSONE CON TUTTI I VESTITI DENTRO. 
TRAGGGEEEEDIAAAA. 

Volo in stazione, corro fino a svenire, mi lancio sul mio (presunto) treno che stava per ripatire, mi attacco ai finestrini per vedere se lo trovo, panico, tutto a caso non capisco niente, chiedo al capotreno ma risponde con un secco "non puoi salire stiamo partendo non è un problema mio".
MUORI 
Chiedo agli inservienti, contattano il capotreno ma questo non risponde, mi aiutano, mi dicono che non hanno visto niente e che comunque non possono più prendere i bagagli che ritrovano sui vagoni.
TRENITALIA MUORI
Corro al servizio clienti, signora gentilissima e disponibile che tuttavia mi spiega che SONO ANNI CHE NON ESISTE PIU' L'UFFICIO OGGETTI SMARRITI DI TRENITALIA, NON POSSONO PIU' PRELEVARE OGGETTI RITROVATI E TANTOMENO CUSTODIRLI, SE QUALCUNO RITROVA QUALCOSA PUO' SOLO AVERE LA VOGLIA E IL CUORE DI SBATTERSI E PORTARLA NELL'UFFICIO COMUNALE OGGETTI RINVENUTI. TRENITALIA NON HA PIU' RESPONSABILITA' DEGLI OGGETTI RITROVATI BLA BLA BLA.. 
Si insomma, alimentiamo l'indifferenza umana, se trovo qualcosa è inutile che la prendi perché Trenitalia non può custodirla, nemmeno guardarla. Si bravi, ignoriamo tutto, facciamo finta di non vedere un cazzo di borsone rosso su un treno. Un sistema di merda che, invece di incentivare la collaborazione e la solidarietà, stimola solo il menefreghismo. Chi cazzo è quello stinco di santo che si prende la briga di custodire un borsone e di avere la voglia di andare fino a Via dell'Industria a Bologna per consegnarlo all'ufficio comunale? Cristo santo ma se il mio borsone non venisse toccato dal personale (per carità eh, sia mai) e nemmeno rubato, vagherà in eterno sulla tratta Milano-Bologna?? 
AH SIGNORINA, FOSSE STATO UN FRECCIA ROSSA LA SITUAZIONE ERA DIVERSA: IN QUEL CASO IL BAGAGLIO SAREBBE STATO PRESO E CUSTODITO FINO AL SUO RECLAMO. Ah..GIUSTO IO SONO UNA PEZZENTE CHE VIAGGIA SU UN REGIONALE E IL MIO BORSONE  NON E' FIRMATO LV, QUINDI CHI SE NE FOTTE EH?!?
TRENITALIA MUORI MALE, MALISSIMO OGGI.

Conclusione: dopo tre ore sono tornata in stazione quando il presunto treno col mio bagaglio rifaceva tappa a Bologna; sono salita sopra e in meno di 4 minuti ho cercato più che potevo, ma, un po' la gente, la fretta, il caos mentale che mi annebbiava, del mio borsone rosso non ho visto nemmeno l'ombra. 
Colpa mia, lo ammetto, avevo la testa altrove, ero assonnata e tranquilla di avere con me solo la borsa (di solito viaggio con il trolley e negli ultimi quattro giorni ho girovagato solo con una borsa-zaino), ma sempre e comunque: TRENITALIA MUORI MALISSIMO OGGI STESSO. 

Questo è il karma, gente! Dopo tutte le infamate e l'odio che ho riversato su Trenitalia, questo è stato il prezzo da pagare, anche se con tutti i soldi che gli regalo (andata-ritorno casa mia-Bologna 30 euro e il primo anno ho fatto la pendolare Firenze-Bologna spendendo 17 euro tutte le mattine per cinque giorni a settimana) pensavo di essere in pari con i miei debiti morali. 
TRENITALIA MUORIORIORI. 

Inutile piangere sul latte versato. In fondo avevo solo due paia di scarpe, una pochette, due abiti (di cui uno Ralph Lauren), la mia camicia floreale in seta, due gonne lunghe (una comprata a Londra), un'altra camicia, un body, una maglietta trasparente, un pantalone skinny a vita altissima, un asciugamano sporco, assorbenti, preservativi, e una manciata di mutande e calzini sporchi. E mille free press e biglietti da visita di negozi e boutique di cui volevo parlarvi.  Voglio morire. 

Su su, non pensiamoci, spero almeno di aver rivestito (bene) una barbona. 

Ultima nota sul weekend milanese: ho notato, con mia enorme sorpresa, che a Milano va ancora tantissimo la moda dei Baffi Indie. Pensavo fosse morta quando Pete Doherty è diventato grasso. E ancora: spopolano senza vergogna le Hogan, le scarpe più brutte sulla faccia della terra, indistintamente dal sesso, dall'età e dallo stile di chi le indossa. Per di più sono molto gettonate anche le copie spudorate, che forse sono meglio delle originali. 

Milano, che problemi hai?


C. 

mercoledì 18 aprile 2012

Essere Cicciolina: un mito frainteso.


In principio fu Frida Kahlo ad indossare con gran stile fiori, rose e nastri colorati come copricapo: corone floreali per incorniciare i suoi corvini capelli, tratti inconfondibili dell'artista messicana, insieme alle folte sopracciglia.

Nel 1999 arriva Letitia Casta con una signora corona di rose di Yves Saint Laurent, ciliegina sulla torta per l'"abito" di chiusura dell'ultima sfilata dell'eterno enfant prodige della moda parigina.

Negli ultimi mesi ci ha pensato invece la neo-stellina della musica pop Lana del Rey a riportare in voga le rose tra i capelli, con ovvia conseguenza di mandrie di ragazzine impazzite che si scattano foto nel bagno con indosso tale accessorio (direi anche basta).

Purtroppo spesso, in tema di fiori tra i capelli, ci dimentichiamo di citare un altro caso, degno anch'esso, a mio avviso, di nota: Cicciolina.
Nata come Elena Anna Staller sessantadue anni fa, diventata famosa come Ilona Staller, per gli amici intimi Cicciolina, la pornodiva ungherese più amata dagli italiani è stata per troppo tempo sottovalutata dal punto di vista stilistico: è giunto il momento di darle il giusto valore.
Mise a parte, che molto spesso non sono state delle più sobrie, ma si sa il mondo del porno è spietato e la concorrenza agguerrita, dunque è necessario giocarsi tutte le carte ed osare

Ma dovete ammettere che il mix capello platinato + sopracciglia nere + fiori in testa è una bomba. Lo ammetto, se fossi bionda ossigenata forse mi ispirerei a lei per qualche serata mondana. 
Ma Cicciolina non è (stata?) solo una delle più famose attrici porno, non è ricordata solo per essere stata montata da un cavallo in calore (leggenda?), è d'obbligo citare anche le sue indubbie doti canore, messe in luce con ben due album ( Muscolo Rosso è in assoluto il mio brano preferito per sempre and sempre).  Ha saputo, inoltre, ricambiare l'amore che gli italiani le hanno riservato partecipando attivamente anche alla vita politica in Italia: dopo un timido inizio politico, nel 1985 si unisce al Partito Radicale battendosi contro l'energia nucleare e nel '87 viene eletta deputato nel Parlamento. Negli anni '90 fonda il Partito dell'Amore con Moana Pozzi (olè) e continua la sua lotta per la libertà sessuale, denuncia gli esperimenti sugli animali e  porta avanti una campagna di sensibilizzazione sui pericoli dell'AIDS. 
 
Diventata una signora seria e impegnata socialmente, Cicciolina decide di rinnovare il guardaroba, sfoggiando tailleurs color pastello degni della Regina Elisabetta, rigoroso nero e mise ordinarie, senza tuttavia concedersi qualche abitino sexy di tanto in tanto...

Insomma, il look cambia e la Cicciolina nazionale sembra mettere la testa a posto, ma i fiori in testa must per la vita until the end, altro che Lana del Rey-Ban.

 - BORN TO DIE
+ MUSCOLO ROSSO
Datemi retta, è un inno incompreso al potere (a letto) femminile.


C

lunedì 16 aprile 2012

Tanta roba in vendita

Eccomi!! 
Scusate l'assenteismo violento, ma, come avevo già anticipato, son dovuta tornare al paesello per lavori pasquali, laurea improvvisa di una carissima amica (informatici, strana gente) e spedizioni in giro per l'Italia con la nipotina (che, in cinque ore di macchina non ha MAI chiuso gli occhi: esperienza da non ripetere). Ma oggi sono tornata a Bologna e al mio solito tram tram quotidiano. Ho già preso la mia solita postazione davanti al pc e non ho perso tempo ad aggiornare il blog. 
Per farmi perdonare ho passato le ultime tre ore (doccia e cena a parte) ad aggiornare il nostro profilo eBay: potete trovare nuovamente in vendita tutti i nostri capi, con alcune new entry che vi illustro immediatamente.
Camicia vintage Gianni Versace
Camicia oversize 100% in seta bianca con inserti in raso e dettagli blu notte. Morbida, avvolgente e un piacere per il tatto. Ovviamente è un modello maschile, ma ciò non toglie che può essere indossata anche da noi donzelle, per un look garçonette oppure come camicia da notte alternativa, che fa molto "the day after con la camicia bianca e larga di lui". Un classico della cinematografia. 
Daje che Gianni è pure tornato di moda!


30 euro.


Gonna fantasia floreale
Maxi gonna o maxi vestito (dipende dai gusti) a stampa floreale. Lunga fila di bottoni sul davanti e due tasche. 100% cotone, la taglia purtroppo mi è sconosciuta, ma credo sia una 42 abbondante. 
7 euro.


E' un mio acquisto estivo 2011, purtroppo mai sfoggiato perché non dona troppo al mio corpo (maledette gambe corte) e perché non è proprio nel mio stile. Perché l'ho comprata? Semplice: sono una fashion victim senza speranze. La gonna in questione mi ha ricordato la fantastica collezione di Jil Sander ss 2011
CIAO. Lacrime ogni volta che rivedo questa collezione. In alto i fazzoletti. 
Ovviamente la mia gonna non è nemmeno lontanamente paragonabile a simili creazioni, ma quando l'ho vista lì, abbandonata su un banco di vestiti usati, snobbata (ingiustamente) da tutti, ho avuto un lampo di folle ispirazione. 
Perfetta per la calda stagione in arrivo! 
Sempre che arrivi, visto che qui mancano solo i pinguini e poi siamo a cavallo, olè. 


Vi ricordo che è possibile fare acquisti anche senza passare per eBay! Basta mandare un email a ooh-lala@hotmail.it + chiedere disponibilità del capo che si desidera comprare + seguire le istruzioni di pagamento che vi daremo. 
Basta poco che ce vo' ?!


C.

giovedì 5 aprile 2012

Nobuyoshi Araki


" La galleria Zonca e Zonca è lieta  di annunciare la nuova mostra personale di Nobuyoshi Araki.
Artista tra i più controversi e rappresentativi della contemporaneità, Araki usa la fotografia come mezzo per testimoniare il tempo e per ritrarre, senza filtro, il mondo che lo circonda con tutte le sue contraddizioni. L'atto del fotografare è uno strumento per mostrare tutto, per estrarre l'essenza delle cose e, nel caso delle donne, ciò che esse sono, il loro vivere quotidiano o la loro sensualità. l suoi scatti sono una sorta di diario esistenziale, dove il fluire della vita è segnato dalle immagini.
Guidato da una grande passione per la vita, Araki crea sempre una tensione emotiva tra due opposti: bene e male, ironia e mistero, desiderio erotico ed espressione ludica.  L'eros, le donne e tutto ciò che si trasforma nel tempo, come i suoi fiori, sensuali e potenti, o i cieli dove spazio e tempo svaniscono nel nulla sono i protagonisti delle sue opere.
Ritratte nude, in atteggiamenti provocanti e sensuali, lascivamente abbandonate a terra, sedute o coricate su letti disfatti, le sue donne appaiono complici e consapevoli del gioco di seduzione ma allo stesso tempo esibiscono ed offrono la loro bellezza e sensualità con una naturalezza disarmante e con un abbandono assoluto. "


Nobuyoshi Araki è un famoso fotografo giapponese celebre per i suoi scatti (tra cui molte polaroid) a sfondo erotico, senza filtri e veli a dissimulare la nuda realtà. Noto anche per il suo interesse all'industria del sesso giapponese: negli anni ottanta il suo occhio fotografico si concentra su Kabukicho, quartiere a luci rosse di Tokyo, realizzando la raccolta-reportage Tokyo Lucky Hole
Da ricordare anche la sua collaborazione con Lady Gaga: la prima in occasione di un servizio fotografico per Vogue Nippone nel 2009; la seconda lo scorso anno, con una serie di polaroid che immortalano la cantante in stile bondage, tanto caro al fotografo.

 
 
 
 
Fino al 21 Aprile, presso la galleria Zonca&Zonca, via Ciovasso 4, Milano.

Se Dio vuole, fra qualche settimana posso andare a vederla. Insieme a quella di Marina Abramovic uh! uh! uh!


C.

ATTENZIONE: nei prossimi giorni i post scarseggeranno, causa migrazione verso il paese natale, a.k.a. no internet + no privacy + lavoro duro + nipotina da coccolare.  
Stringete i denti!
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...